Vai Saber
di Manuela Cirino
Descrizione
Alcuni recenti studi di archeo-astronomia ipotizzano che vi siano strette connessioni tra i catini litici (anche detti coppelle), assai diffusi nell’arco alpino nord occidentale e alcuni ammassi stellari. L’opera Vai saber evoca la relazione tra le piccole cavità scavate nelle rocce esistenti in Valle Grana e Val Maira e la costellazione delle Pleiadi.
Nell’opera, alcune pietre sono state prelevate a valle, per essere riportate più a monte, ossia da dove presumibilmente sono venute. Riportarle indietro nello spazio (verso l’alto) ha significato riportarle idealmente indietro nel tempo, richiamando quelle epoche lontane a cui risalgono i petroglifi presenti in modo così diffuso su questo territorio. Il volume pieno delle pietre entra in dialogo, per contrapposizione, con le cavità scavate delle coppelle. Le sette pietre si riferiscono alle sette stelle principali della costellazione delle Pleiadi.
Esse non poggiano al suolo, se ne distaccano quanto basta per porsi tra terra e cielo, fuori dal tempo storico in cui siamo immersi. Il titolo Vai saber (in lingua occitana chissà, va’ a sapere) si riferisce alla natura ipotetica e non certa sul significato del fenomeno rupestre delle coppelle. I dati utili alla progettazione dell’opera sono stati individuati grazie alla consulenza scientifica dell’astronomo Alberto Cora, INAF Osservatorio Astrofisico di Torino.
Manuela Cirino
Manuela Cirino (1962) vive e lavora a Novara e Milano.
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera con Luciano Fabro. Nel 1988 ha partecipato ad un progetto espositivo, ideato e curato dagli artisti, dal titolo Politica, del per o riguardante il cittadino a Novi Ligure. Dal 1990 al 1993 ha lavorato ad un progetto collettivo esponendo anche a Care of e alla Galleria Massimo Minini. In seguito ha tenuto numerose mostre personali e collettive. Dal 2012 al 2015 ha presentato il progetto L’Immagine Negata alla Galleria Martano e alla Galleria Milano, focalizzando la riflessione sul rapporto tra opera d’arte e spettatore.
Da sempre interessata ad una indagine sull’idea di scultura declinata in forme aperte, utilizza anche mezzi diversi come la fotografia, il disegno e la parola. Nella ricerca attuale torna a concentrarsi sulla scultura e sul concetto di “sistema” per la sua messa in visione con una speciale attenzione all’utilizzo della ceramica, da sempre presente nella sua ricerca.